Giardino all'italiana
Labirinto di verzure e sullo sfondo una cascata d'acqua

I giardini all'italiana


È il giardino in stile formale di tradizione tardo rinascimentale, che trova nella simmetria delle forme e nella geometria delle strutture la sua principale caratteristica. La pianta che è sempre presente nei giardini all’italiana è il bosso, per la sua possibilità di decorarlo con la potatura facendolo diventare un elemento architettonico-decorativo.

Un altro elemento presente in questi giardini sono i viali in terra battuta o ghiaia, che segnano un percorso per gli ospiti e per gli stessi proprietari. C’è infine, all’interno del giardino all’italiana, un giardino segreto, uno spazio riservato, nel quale appartarsi in privato.

Fontane e giochi d’acqua - come a Villa d’Este a Tivoli - diventano un altro elemento caratterizzante del giardino all’italiana, che vuole essere sì geometrico e regolare, ma vuole anche cominciare a stupire, sia con i zampilli, sia con l’utilizzo di vedute sempre più scenografiche.

Il giardino all’italiana influenzò la costruzione dei giardini in tutta Europa, almeno fino all’avvento dei giardini all’inglese.

Esempio di giardino all'italiana
Giardino di Boboli
Il giardino di Boboli a Firenze

La tradizione geometrica


Nel De re aedificatoria (1450) Leon Battista Alberti prescrive alcune regole per il giardino, che deve svilupparsi per cerchi, semicerchi e figure geometriche e deve essere delimitato da allori, cedri, ginepri. È questo il periodo - umanesimo e rinascimento - nel quale nasce il giardino all’italiana, di cui abbiamo parlato sopra. Il retaggio dall’hortus conclusus è evidente nella ricerca geometrica e nella delimitazione degli spazi - il giardino nel medioevo è all’interno dei monasteri ed è spazio sacro e ideale, delimitato architettonicamente: un luogo all’interno della società che diventa uno spazio “altro”, dal quale è possibile uscire dalla stessa società e meditare sul sacro e l’ultraterreno. Ma se l’hortus conclusus di retaggio medievale aveva la sua metafora geometrica nell’ordine del divino, nell’umanesimo e nel rinascimento la geometria, l’armonia e la proporzione diventano i mezzi con i quali riportare la natura selvaggia entro canoni estetici che risentono del neoplatonismo di Marsilio Ficino, dove l’uomo diventa l’artefice del suo destino e il giardino diventa opera d’arte , “[...] natura perfezionata dall’uomo.” (Cfr. FIORANI; 2000)

La fontana nei giardini rinascimentale non è solo fonte di vita ma “fons sapientiae”. L’ingegneria idraulica, le conoscenze scientifiche assumo sempre più peso pragmatico nella società, e anche i giardini - metafore, come abbiamo visto, dei valori di un popolo - tenderanno a rappresentarle e ad esprimere la sensibilità dell’epoca.

La meraviglia barocca


Con il manierismo la perfezione delle forme e l’armonia geometrica cominciano a lasciare spazio anche alla meraviglia e allo stupore - stupore verso le nuove frontiere delle scoperte scientifiche - alchemiche - e dei sentimenti. Il giardino di Bomarzo è un esempio calzante di questo cambiamento del gusto che continuerà per tutto il barocco.

L’insegna all’ingresso del bosco sacro di Bomarzo così recita: “Lasciate ogni pensier o voi che entrate”. Un inno alla spensieratezza (pensate ai giardini segreti all’interno di un giardino, luogo adatto per appartarsi in piacevole compagnia) ma anche a sondare angoli prima inesplorati dell’animo umano e della realtà - le metamorfosi alchemiche, l’esotico e il meraviglioso.

È della meraviglia che vive il giardino barocco, che si articoli con percorsi che portano a stupire il visitatore, vuoi per i giochi d’acqua sempre più complessi, vuoi per il perdersi e il ritrovarsi (il motivo del labirinto), vuoi per le grotte nascoste, vuoi per le nuove specie vegetali importate dalle Americhe.
Nella società utopica descritta da Francesco Bacone nella Nuova Atlantide, il giardino è il luogo di eccellenza della sperimentazione di nuove tecniche e di nuove colture.



Giardino di Bomarzo
L'entrata al Bosco Sacro di Bomarzo