Labirinto

Quando penso ad un giardino la prima immagine che mi viene alla mente è quella di un labirinto.

Mio retaggio culturale? O c’è qualcosa nel giardino che determina un “perdersi” e una successiva ricerca?

Se ripensiamo alle radici più profonde della nostra cultura... probabilmente sì.



Masaccio

Il giardino


Qual’è il primo giardino? È il giardino dell’Eden, nel paradiso terrestre, quel giardino che abbiamo perduto e da cui ci siamo allontanati.

Sto pensando alla drammatica immagine di Adamo ed Evo che si allontanano da quel giardino, nell’affresco di Masaccio per la Cappella Brancacci nella chiesa di Santa Maria del Carmine a Firenze, dipinto intorno al 1424-25.

Adamo si copre la faccia con le mani, in un gesto di vergogna e allo stesso di angoscia e costernazione; Eva piange disperata, coprendosi con le mani le nudità.

Il Signore Dio lo scacciò dal giardino di Eden, perché lavorasse il suolo da dove era stato tratto.
Scacciò l'uomo e pose ad oriente del giardino di Eden i cherubini e la fiamma della spada folgorante, per custodire la via all'albero della vita.
(Genesi, 3:23-24)

Entrata al giardino

Il giardino è perduto?


Ma possiamo riportare quell’antico giardino, dove l’uomo e la donna vivevano in simbiosi con la Natura di nuovo in terra? Forse è questa la vera ambizione del giardino. Un luogo fisico che diventa luogo mentale: non solo un luogo di bellezza - con fiori, fontane, etc. - ma un luogo di meditazione, un giardino interiore.

E perché il labirinto? Perché il labirinto rappresenta una ricerca. La ricerca di se stessi, ma anche lo sforzo per imporre un ordine al caos primordiale.

I simbolismi del labirinto sono innumerevoli, e questa mia interpretazione non è assolutamente esaustiva, ma spero vi risulti chiara e, per chi vuole approfondire l’argomento, può trovare alcuni libri nella mia bibliografia del giardino.

Lasciando adesso da parte i significati simbolici del giardino, se lo desiderate potete seguirmi tra le principali tipologie di giardino occidentale e orientale.