Il giardino di Eram, Iran

Caratteristiche generali


In questi giardini l’acqua diventa elemento imprescindibile: è l’elemento della vita, serve per irrigare i campi, è elemento simbolico per eccellenza - in regioni dove il paesaggio arido e semi-arido è costante.

Anche le mura che lo circondano sono le caratteristiche di questi giardini. Per proteggerli dalla sabbia, perché oltre a quelle mura c’è il deserto, che rappresenta la Natura inospitale a cui viene contrapposto il giardino.

Non solo luogo di vita, ma metafora anche religiosa che, come nella simbologia cristiana, indica il paradiso terrestre.

Classicamente diviso in quattro parti da due assi ortogonali con al centro una fontana, i giardini in Medio Oriente hanno un’impostazione strutturale geometrica e ordinata, e mostrano una natura magnifica, che si nutre della bellezza dei colori e delle forme di fiori e piante per aspirare ad una condizione paradisiaca.

Alhambra Generalife

Il giardino metafora del paradiso


Per l’Islam il giardino è la metafora del Paradiso. È il luogo dove ripararsi, ma è il luogo dove trovare anche una conoscenza interiore. È una struttura riparata da mura, quadripartita - per riconoscere i quattro punti cardinali e pregare verso la Mecca - dove la fontana o uno specchio d’acqua sono al centro del giardino - l’acqua che forma cerchi concentrici rappresenta l’espansione e la contrazione della coscienza. Il giardino, in questo senso, è la rappresentazione architettonica del divino.

“Coloro che avranno creduto e fatto opera buona gioiranno in un giardino.”
(Corano, Sura 30, 15)


Un esempio di giardino islamico in Europa è quello dell’Alhambra e del Generalife a Granada. Nel 2011 dieci giardini storici dell’Iran sono stati registrati nella lista del patrimonio dell’umanità: Il Giardino di Pasargad, il Giardino di Eram, Il Giardino di Chehel Sotun, Il Giardino di Fin, Il Giardino di Abbas Abad, Il Giardino di Shazdeh, Il Giardino di Mahan, Il Giardino di Dolat Abad, Il Giardino di Pahlevanpoor, Il Giardino di Akbarie.

Per approfondire vi consiglio il bellissimo (e ormai un classico) saggio di A. PETRUCCIOLI, Il giardino islamico. Architettura, natura, paesaggio, Electa, Milano 1994.

Giardini pubblici a Teheran, Iran