Non poteva mancare un accenno ai giardini verticali. Osservando la natura è facile incontrarli.
Quante volte non vi è capitato di vedere un’edera arrampicarsi su un vecchio muro in rovina? O quante volte non avete visto del muschio crescere su una parete rocciosa in penombra?
Ma il nostro giardino verticale trova la sua ragione d’essere nella mancanza di spazi orizzontali nelle nostre città, e dal rifiuto verso un’architettura anonima di metri cubi di cemento che sovrasta la nostra visuale e ci opprime in contenitori per nulla a misura d’uomo.
Tra le caratteristiche proprio dei giardini verticali, alcune utili funzioni legate alla natura stessa del mondo vegetale, e cioè:
isolamento termico degli edifici, soprattutto in estate il sole non arriva a scaldare i muri dell’edificio e a trasmettere il calore all’interno;
isolamento acustico: una parete “verde” riduce la penetrazione del rumore esterno all’interno dell’edificio;
funzione estetica: gli edifici “verdi” hanno un impatto estetico ed emozionale migliore delle superfici di cemento, asettiche e alienanti;
grazie alla fotosintesi la qualità dell’aria nell’ambiente urbano subisce un miglioramento. Le piante riescono inoltre a cattura le polveri sottili - PM10;
funzione psicologica nel vedere delle belle pareti di verzure e aumento della qualità della vita in generale.
Il primo riferimento a Patrick Blanc - botanico francese e ricercatore del CNRS - è d’obbligo. Osservando la crescita delle piante in verticale durante un suo viaggio in Thailandia e in Malesia, ha la buona idea di sfruttare questa caratteristica per allestire dei giardini in verticale, ora famosi e richiesti in tutto il mondo - Madrid, Parigi, Dubai, Tokyo, Sydney, Berlino, Kuala Lumpur, San Francisco.
Per la filosofia alla base dell’opera di questo botanico vi consiglio la lettura del libro Il bello di essere pianta, Bollati Boringhieri, Torino 2008, o di leggere la mia recensione su Orto WebLog.
La realizzazione di giardini verticali si affida ad una struttura ad ingombro ridotto, autoportante o agganciata all’edificio. Su questa struttura vengono fissate strutture modulari o teli in PVC con un’ulteriore strato di cartonfeltro. A questo punto vengono posizionati i semi o piante già cresciute, che in breve tempo “colonizzeranno” tutta la superficie. Come sapete non tutte le piante necessitano di terra per vivere, gli basta acqua e anidride carbonica. È così possibile realizzare veri e propri disegni con diverse tonalità di verde, predisporre particolari tipi di piante a seconda della temperatura del luogo dell’installazione, studiare l’utilizzo delle specie in funzione della stagione dell’anno. Il sistema di irrigazione è nascosto alla vista, mentre per la manutenzione - che può essere necessaria da una a quattro volte all’anno - possono essere utilizzati preparati d’acqua arricchiti con sostanze funghicide e antiparassitarie.
Come potete vedere dalle immagini in questa pagina l’effetto del giardino verticale non solo è bello, ma si avvicina all’opera d’arte. Photo courtesy: Poco a Poco, Wikipedia Creative Commons.
Esistono ad oggi moltissime soluzioni tecnico-commerciali già pronte all’uso per realizzare un giardino - ma anche un orto - in verticale. Un po’ di ingegno e una piccola dose di creatività può comunque essere sufficiente per realizzare - con legno, leghe metalliche, recipienti di terracotta o materiali di riciclo - delle buone e piacevoli soluzioni alla portata di tutti.